chi sono

Annalisa Bergomi - chi sono, cosa scrivo

CHI SONO: 


Nasco a Salò nel 1969, sulla sponda bresciana del Lago di Garda, studio al liceo scientifico e mi laureo in Lingue e Letterature Straniere a Verona. Fin da bambina amo disegnare e scrivere poesie.

Comincio a catalogare per iscritto le mie poesie negli anni ’90. Nel 94' inizio ad aprire la mente e vivo qualche rara e spontanea esperienza un po’ fuori dalla norma (pallide visioni di luci e forme, sogni lucidi). Dal 94' al 2000 circa, inizio un percorso di approfondimento. Mi pongo di fronte alla vita come una spettatrice che osserva, in cerca di risposte alle domande esistenziali più crude e semplici - sull'identità personale, sull'esistenza di Dio, sul perché della vita e della morte - che mi tormentano fin da bambina.

Le prime bozze di racconti sono del 1995. Nel 1998 collaboro con la neo-autrice dott.ssa Elena Massidda, che mi permette di pubblicare alcune recensioni e piccole poesie in Cristalli, Pietre di Potere e Ceneri dell'Organismo (edizioni C.d.L.).

Cerco sempre di apprezzare la realtà nei suoi lati "più magici" e nascosti, anche quando il trasloco abitativo e la creazione di una famiglia, nel 2000, mi immerge forzosamente nell'entusiasmante responsabilità della "fatica" del vivere quotidiano. 

Il nuovo paese di adozione, Mariana Mantovana, piccolo comune di nebbie e tramonti luminosi, mi fa scivolare nell'anima i temi campestri che mi mancavano. Dapprima spaesata, in una pianura che si estende lontana e uniforme, senza i vincoli visivi delle mie colline sul lago, imparo a vivere la pianura come disarmante libertà. Senza confini l'uomo si confronta direttamente con il cielo e la terra, scoprendo ad un tempo la propria piccolezza e la propria potenzialità. 

Sul finire del 2001 curo l’edizione e la pubblicazione dei miei 5 racconti “fantastici”: Alianti (ediz. S&B, distribuzione C.d.L.). In occasione di alcune mostre locali espongo raccolte di mie poesie: Immagini (2000) , Lucerna e Interludio (2001), Sguardi (2004), Riflessioni (2006). Di questi anni è anche la sperimentazione di favole-poesia o filastrocche rimate, in particolare Meo Micio (2005) e Cigno Stecco (2006, rivisto e pubblicato nel 2011).

Interessante e inaspettata la collaborazione con la poliedrica pittrice dott.ssa Graziella Geremia, che nel 2006, per un’esposizione personale presso l’incantata stanza del cortivo Bonatti, sceglie di abbinare alcuni miei versi alle sue meravigliose tele di paesaggi solari e agresti. Per lei scriverò anche una biografia e brevi prefazioni/recensioni, alcune delle quali pubblicate nella sua monografia Con gli Occhi del Cuore (2010).

Nel 2010 riprendo alcune mie bozze di racconti e termino, in particolare, il racconto Di Latte e di Nuvole, più amaro, ma pur sempre morbido di fantasia e bei sentimenti, pubblicato nel 2011 (ediz. New Print).
Nel 2011 prende finalmente luce il progetto di una pubblicazione di poesie illustrate da alcuni dipinti della Geremia stessa, alcuni dei quali creati appositamente, come Cavalli fra cielo e terra, Manto di stelle e Un mattino

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Piccole recensioni e poesie:

1998 - in Cristalli, Pietre di Potere e Ceneri dell'Organismo (edizioni C.d.L.). 


2010 - in Con gli Occhi del Cuore, monografia della pittrice Graziella Geremia.

Raccolte di poesie:
2000-2009 - Immagini (2000); Lucerna; Interludio(2001); Sguardi (2004); Riflessioni  (2006); Raccolta poesie 2009 (2009)
2011 - Incanti, pubblicazione a colori illustrata con dipinti di Graziella Geremia


Favole:

2003-2006 - Sussurro Azzurro (2003); Meo Micio (2005); Drago Rosso (2005/6)
2011 - Cigno Stecco, pubblicazione con illustrazioni di Giorgia Antonini 

Racconti:

2001 - Alianti, 5 racconti (Volare, Foglie Secche, Marilù, L'Albero, Reverie) ediz. S&B, distribuz. Cerchio della Luna
2011 - Di Latte di Nuvole, mini romanzo, ediz. New Print


Web:

2011 - sito/blog: La Vela nel Cielo   www.lavelanelcielo.blogspot.it
2017 - Instagram: @annalisabergomi.bm

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COSA SCRIVO:

Se la vocazione è volatile ed emotiva, femminile e appassionata, i miei piedi sono pesanti e mi tengono bene ancorata a terra. Una certa razionalità, elastica e leggera, con note di ironia, o meglio, di scetticismo, strattona spesso il filo teso dell’aquilone per richiamarlo a sé e non lasciarlo sfuggire alla presa del suo padrone.

Le immagini e i simboli delle mie poesie sono essenziali, ovvero semplici e lineari, ma carichi di significato emotivo e mentale. Il mio scrivere è talvolta sfuggevole, quasi freddo. Il “romanticismo” stucchevole dei miei primi scritti è frenato. Le sensazioni e i riccioli dei pensieri troppo frivoli o sottili vengono bilanciati dalla semplicità d’espressione e dall’impotente amarezza di alcune battute finali.

Tale contrapposizione può lasciare, in alcune poesie, una certa difficoltà di lettura d’insieme, che però non è quasi mai troppo complessa ed ermetica. Nessuna “tecnica” o “modernismo” a tutti i costi, nessuna oscurità marcata, a voler sfidare il lettore agli indovinelli.
Negli anni, poi, mi lascio anche ammorbidire dal gioco delle rime, che fanno sempre più spesso capolino, mescolate a ritmi più fanciulleschi e leggeri. Esperimento giochi di parole e componimenti favoleggianti.

La mia poesia è spesso rappresentazione di flash di immagini intense ed evocative, ma ragiona per concetti astratti e incolori, rarefatti e inafferrabili, freddi e concreti, contrastanti fra loro. Luce e ombra, più che colore. Sagoma e profilo, più che tutto-tondo di forma e dettagli. Dai “classici” paesaggi di cielo alle visioni trasognate, dai ricordi alle percezioni. Dagli oggetti di ogni giorno alla personificazione degli elementi naturali, dalle favolette di fantasia alle riflessioni spirituali ed esistenziali.

La bellezza del creato nel contempo acceca e rivela, tutto è vero e tutto è illusione. L’osservazione del quotidiano diventa per me un trampolino di lancio verso l’infinito, alla riscoperta del divino nell’immanenza delle cose.